CHI SIAMO?

INTOSSICAZIONE AL BANCHETTO DI NOZZE
– 30 ricoverati e UN MORTO ad ASTI.
La notizia chi lavora nel settore ristorativo ha già avuto modo di leggerla.
Il caso è ancora aperto e non è ancora chiaro quale dinamiche abbiano portato alla morte del cliente, zio della sposa, ma sembra farsi sempre più strada l’ipotesi dell’intossicazione alimentare.
A quanto pare il colpevole sarebbe stata la portata di pesce.
Non ci interessa nè esprimere giudizi nè tantomeno informare e fare cronaca su un fatto che merita e meriterebbe maggiore delicatezza probabilmente considerando non solo il lutto per la vittime, ma anche la giornata di festa macchiata da un brutto simile ricordo e infine, ricordiamoci dello stesso ristorante, di chi ci lavora e di chi seppur responsabile, di certo non starà passando un bel momento.
Il motivo per cui riportiamo questa notizia è perchè troviamo doveroso iniziare a parlare e cercare di arrivare ad una quadra rispetto ad un argomento che troppe volte è stato affrontato senza la giusta attenzione e risolutezza.
CHI SIAMO?
Si intendo noi. Noi camerieri, noi cuochi, e quindi chi sta a contatto con il pubblico nei ristoranti e chi manipola cibi e bevande (di conseguenza quindi per “cuochi” intendiamo anche pizzaioli, pasticceri, gelatai, etc).
Per lo stato Italiano siamo poco più che operai.
Per il PIL siamo gran parte di quel 10,5% che il Turismo in Italia fattura ogni anno.
Per la tv un moda che ancora non si è esaurita.
Per i clienti…beh per loro siamo tante cose.
Eppure, a quanto pare, siamo anche responsabili delle vite altrui. E anche delle nostre!
Il tema della morte tristemente non è nuovo al nostro settore, e non sto parlando solo delle morti causate ai clienti, ma soprattutto di quelle che avvengono dentro e fuori il lavoro.
Cercate su google “cuoco” + “suicidio” e scoprirete che esiste una realtà di cui si parla molto poco, ma che chi è in questo settore da qualche decennio di certo saprà molto anche senza usare motori di ricerca.
Quello che mi da veramente fastidio è questo alone di anacronismo che circonda la ristorazione. Un anacronismo di comodo.
A volte sembra che dalla bettola del 1600 ad oggi non sia cambiato molto.
Anche se poi nel frattempo l’OSTERIA FRANCESCANA (un nome che vuoi il caso, ricorda proprio un tempo che fu) è il miglior ristorante al mondo e lo chef Bottura va in giro per il mondo a salvare i più bisognosi con le sue mense per i poveri.
Al tempo stesso però, mentre alcuni sono delle pop star, manteniamo l’usanza della mancia, totalmente di stampo medievale, quando alla servitù che non aveva niente se non vitto e alloggio il padrone di casa dava qualche soldo per comprarsi le maniche (dal francese manches) che si logoravano assiduamente. Continuiamo a mantenerci con contratti a nero e orari di lavoro che dovrebbero far parte di un passato per cui alcuni hanno combattuto. Probabilmente mentre negli anni 70 gli operai facevano i loro picchetti noi eravamo troppo intenti a fare cappuccini e vendere coca cole e bottigliette d’acqua alla stazione Termini dove scendevano pullman di manifestanti.
Il dentista di una volta poteva essere il barbiere. Aveva poca curanza di batteri e altri moderni approcci. Qualcuno lo salvava, qualcuno probabilmente moriva di epatite anni dopo.
La scienza e la società nei secoli sono progredite e oggi abbiamo medici e dentisti che oltre ad avere strumentazioni e conoscenze maggiori hanno anche un codice deontologico e appartengono a ordini professionali che fanno da garanti circa la loro etica e modus operandi.
Ma come loro, anche architetti e ingegneri sono facenti parti di un’ordine, perchè le case contengono vite e quelle vite vanno tutelate (anche se in Italia tristemente sappiamo che a volte nemmeno quello basta!).
Ma se allora come dicevano gli antichi greci “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo”, se siamo arrivati a istituire obbligatoriamente un patentino o insieme di norme, mi riferisco all’HACCP, pensato e studiato per mandare cibo sicuro sullo spazio, tanto può essere rischiosa la manipolazione non a norma dei cibi, se persino la frase di Bastianich su Masterchef “VUOI CHE MUORO” è diventata virale per quanto assurda, tanto vera (l’anice stellato è realmente tossico), se esiste tutto questa consapevolezza riguardo il nostro ruolo, perchè, ancora oggi, non si fa niente affinchè quel ruolo venga definito, inscatolato, formalizzato?
Oggi come oggi CHIUNQUE può rispondere ad un annuncio di lavoro “CERCASI CUOCO” presentarsi con il suo bel corso di HACCP fatto e comprato online e iniziare a far mangiare decine se non centinaia di persone.
Vi sembra normale?
Perchè se vi sembra normale io allora da domani inizio a estrarre denti del giudizio e fare otturazioni, che come dentista almeno si lavora al fresco e si guadagna di più.
Le divise sono pure simili!

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